Coffee and Cigarettes

Piccola gita a Kongsberg.
Si ringrazia di cuore Saverio per l’ospitalità e la disponibilità nel farmi da guida e tenermi compagnia un intero sabato (un compito titanico, vi assicuro, non sto scherzando. Avete anche solo una vaga idea di quanto parlo?).
Si ringraziano inoltre il controllore gentile del treno all’andata e i norvegesi ubriachi che mi hanno tenuto compagnia sul quello di ritorno…





Un po’ diversa

La mia filosofia è sempre stata: se ti aspetti il peggio, le cose non potranno che andarti meglio. Non ho mai nutrito il benché minimo interesse nei giochi di squadra, e ho sempre sostenuto appassionatamente la repubblica come forma di governo libero.
Eppure in Norvegia sono ragionevolmente monarchica, ed oggi mi sono sorpresa a cantare “Jeg er en optimist” sugli spalti prima della partita di pallamano Elverum – Oslo (sono una tifosa dell’Elverum).
Non riesco a decidere se è l’estero, pazzia allo stato puro oppure il famoso spirito da “bastian contrari” di cui mi ha sempre tacciato mia madre, ma è allo stesso tempo terrificante e rassicurante.
Non sono la stessa che sono quando sono in Italia, ma questo significa anche e soprattutto che non sono più la stessa, che la Norvegia mi ha cambiata. Che esiste una Francesca che vive in Norvegia e che non è la Francesca italiana, che i due mondi sono separati. Non si toccano. Non rischiano di inquinarsi.
Come quando ci si innamora e si scopre che esiste un “noi stessi” che non conoscevamo, non avevamo mai visto prima e che viene fuori solo ed esclusivamente con la persona amata. Che le appartiene. Così, c’è una “me” che appartiene alla Norvegia, che esiste solo qui e che appartiene a questo posto.
Se questo significa che sono innamorata di questo paese, beh, non sarebbe certo una sorpresa. Mi piace a volte scherzare dicendo che ho incontrato la donna della mia vita: giovane, ricca e bellissima, timida, ingenua e buona fino in fondo all’anima….
Forse è vero.