Tutti insieme appassionatamente

Lo scorso finesettimana il nostro coro è partito per un seminario fuori città.
No, non è stata una di quelle cose noiose in cui passi la maggior parte della tua giornata chiuso in un auditorium ad ascoltare qualcuno che parla mentre fuori c’è il sole, e poi la sera ti ubriachi al bar dell’albergo con gli altri seminaristi.
Ok, sì, in effetti è andata più o meno così, tranne la parte in cui ascolti uno che parla, ma non è questo il punto.
Lo scopo del ritiro, oltre all’onnipresente obiettivo di rinsaldare i rapporti di gruppo (la metà delle cose che un norvegese fa nella sua vita hanno lo scopo di rinsaldare i rapporti di gruppo), era quello di lavorare su alcuni pezzi particolarmente ostici in vista del grande concerto di giugno, e ovviamente divertirsi. Almeno dal punto di vista del canto, l’idea ha funzionato perfettamente: abbiamo cantato sia da sobri che da ubriachi.
Il posto dove ci trovavamo era incantevole, e il tempo atmosferico ha superato se stesso, regalandoci due giorni senza una nuvola in cielo. Non che ne abbiamo potuto approfittare molto, da dentro l’auditorium, ma l’importante è il pensiero. L’albergo, di nome Thorbjørnrud, è situato sulle rive del lago Randsfjorden, un lago morenico. La città più vicina è Jevnaker, e a poche centinaia di metri sorge la vetreria di Hadeland, meta di attrazione turistica che abbiamo prontamente visitato durante la pausa pranzo. Avete mai notato che chi ha poco di cui vantarsi lo sa valorizzare molto meglio? Hadeland è un buon esempio… anche se bisogna ammettere che il luogo in cui sorge è un gioiello dal punto di vista naturalistico.
Durante le pause pranzo ho scattato alcune foto. Ci sono state anche innumerevoli pause caffè-più-mela (il caffè, come sempre negli alberghi e uffici in Norvegia, era gratis) e non credo di aver mai bevuto così tanto caffè in vita mia. La festa del sabato sera, oltre ad un’ottima cena, ha incluso anche cose come bere, fare un video cantando “Girls just wanna have fun” per il compleanno di una corista assente, bere, cantare “Kumbaya” accompagnati da una chitarra, bere, fare un’asta con le cose più orribili che avevamo in casa allo scopo di tirare su fondi per la cassa comune, bere, cantare altre canzoni e naturalmente bere. Per fortuna i letti erano comodissimi, ma le prime ore della domenica mattina non sono state comunque troppo brillanti…

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